Eccoci giunti al penultimo post dell’anno!

Come supportare lo sviluppo psico-cognitivo dei nostri bambini? Una delle migliori strategie, è quella di adottare una modalità comunicativa INTERATTIVA, come ampiamente esposto nel libro “L’intervento precoce nel ritardo di linguaggio. Il modello INTERACT per il bambino parlatore tardivo” (Serena Bonifacio e Loredana Hvastja Stefani).

Il segreto? Quando parlate\ giocate con vostro figlio, tenete a mente le seguenti parole:

Interactive (interattivo. Genitore e bambino sono ascoltatori attivi, fanno proposte e rispondono alle richieste)

Naturalistic (naturale. Il contesto di interazione è la quotidianità del bambino)

Tutorial (tutoriale. E’ il genitore che aiuta il bambino attraverso l’esempio e la risposta puntuale ai suoi tentativi di comunicazione)

Empathic (empatico. Cercare sempre di capire lo stato d’animo del proprio bambino, di enfatizzare le sue emozioni positive e di supportare i momenti di tristezza e disagio)

Reciprocal (reciproco. La comunicazione non può essere unidirezionale)

Active (attivo. Il bambino non subisce passivamente il gioco o le attività)

Comunicative (comunicativo. Il genitore deve creare le basi affinché il bambino si senta stimolato ad iniziare una comunicazione, anche di natura non verbale)

Tuning (sintonizzato. Il genitore dovrebbe tenere il focus attentivo su quelli che sono gli interessi del bambino in quello specifico momento)

Sembra una missione impossibile? Nella pratica non è così difficile come sembra!

Vediamo insieme qualche esempio

COINVOLGETEVI NELLE ROUTINE!

Le routine (vestirsi, mangiare, lavarsi, andare a dormire etc.) sono un ottimo contesto di interazione e di stimolazione del linguaggio: attraverso la ripetitività dei gesti, delle sensazioni, delle espressioni verbali e mimiche, determinano un’aspettativa da parte del bambino e la possibilità di anticipare gesti e parole.

Ricordate che l’espressione del volto e l’intonazione della voce vengono percepiti già nelle primissime fasi dello sviluppo: fate in modo che vostro figlio vi guardi nel volto e cercate di mantenere il contatto oculare mettendovi di fronte a lui alla sua altezza!

OGNI OCCASIONE E’ BUONA!

Non serve trovare del tempo extra da dedicare a specifiche attività: basterà sfruttare i diversi contesti che si creano durante la giornata per descrivere e raccontare ciò che vi circonda (una passeggiata al parco, andare a fare la spesa, preparare la torta):

 Quando è possibile, abbinate alle parole gesti ed espressioni del volto significativi (es. gesti del “ciao”, “buono”, “non c’è più”; espressioni di sorpresa, contentezza, delusione).

  • Utilizzate un linguaggio semplice ma corretto
  • Parlate in modo chiaro e scandendo le parole
  • Introducete suoni onomatopeici: trasmettono significati chiari e sono semplici da riprodurre per il bambino stesso; ad esempio, i versi degli animali (“bau-bau”, “muuu”, “co-co”) ed i suoni dell’ambiente (“brum – brum”, “pè-pè”).
  • Introducete le parole nuove in situazioni in cui lui possa capirne il significato (es. mostrando l’oggetto e ripetendo la parole più volte)
  • Stimolate il bambino a riprodurre la parola o il suono corrispondente ad un significato ed accettate e gioite con lui del tentativo, anche se scorretto (es. “Il cane! Guarda, arriva il cane! Hai visto chi arriva? Arriva il….”)

A TUTTO VOLUME! 

Provate a cantare o a recitare delle filastrocche mimandone con i gesti le parole o il significato!

I “classici sono sempre una sicurezza (“I due liocorni” ,“Whisky il ragnetto”, “Nella vecchia fattoria”, “Giro giro tondo”) ma, se avete fantasia, potete inventarne qualcuna partendo dalle esperienze del bambino. Via libera anche alle hit della radio che vostro figlio sembra apprezzare e che vi sente cantare durante la giornata e i viaggi in macchina!

 NATI PER LEGGERE 

Per alcune persone, sfogliare un libro senza il supporto verbale dell’adulto arricchisce spontaneamente il linguaggio del bambino. Errore! Come per TV e Tablet, un libro da solo non riesce a stimolare l’interazione.

Sfruttate il tempo del gioco per sfogliare un libro con il bambino, descrivete le immagini e stimolatelo ad indicare e a nominare le figure che gli proponete (es. “Guarda il cane!” “Cosa fa il cane?”)

COME UNA FOTOGRAFIA

Potete stimolare vostro figlio a ricordare e a parlare di esperienze vissute recentemente (o che lo hanno colpito) aiutandovi con delle fotografie o con del materiale concreto, che riporti alla mente del bambino quel particolare vissuto (lo zainetto della gita, le conchiglie raccolte al mare…)

Può essere utile farsi raccontare dall’insegnante cosa ha fatto durante la vostra assenza in modo da poterlo stimolare a raccontare ed, eventualmente, aiutarlo se ha difficoltà a ricordare o a esprimersi.

RICORDATE SEMPRE:

  • E’ importante rinforzare qualsiasi tentativo linguistico del bambino, gratificandolo, imitandolo e dandogli eventualmente la forma corretta (es. “Mamma lallo!” – “Si, c’è un cavallo!”).
  • Non costringerlo alla ripetizione di parole non pronunciate correttamente; siate voi a ripetere in modo chiaro e scandito il corretto target adulto.
  • Quando non capite ciò che il bambino vi dice non colpevolizzatelo, né fate finta di non capire, piuttosto cercate di aiutarlo a spiegarsi.

In questi casi può essere utile:

  • Ripetere la parte che è stata compresa chiedendo di concentrarsi sulla parte non intelligibile (es. “eno cade” – “Cade? Chi è che cade?”)
  • Proporre voi stessi possibili spiegazioni che il bambino deve confermare o negare (es. “bibo ande” – “Il bimbo è grande? No? Il bimbo piange?”)
  • Stimolarlo ad indicare o usare il gesto per far capire il suo messaggio (es. “vojo atta” – “Fammi vedere cosa vuoi. Ah vuoi la macchinina!”).

Infine…divertitevi! Giocare con il vostro bambino deve essere fonte di piacere reciproco. Il vostro entusiasmo e la vostra disponibilità all’interazione andranno a stimolare emozioni e vissuti positivi che aiuteranno il piccolo ad apprendere e a sviluppare al meglio le proprie capacità in ogni contesto in cui si troverà ad agire.

Allo stesso tempo, se vi sentite insicuri o avete dei dubbi sullo sviluppo linguistico del vostro bambino, non abbiate timore o vergogna di chiedere un consiglio al vostro logopedista di fiducia o al pediatra: sapranno sicuramente fornirvi tutte le indicazioni di cui avete bisogno!