Come dovrebbe essere la scuola del futuro?

Più lavoro manuale, più Manzoni, meno Collodi!

Riporto le parole di Aurelio Picca, prof-scrittore e poeta, pubblicate in un articolo uscito su ROBINSON di venerdì 1 maggio 2020.

“Sono stato uno studente insostenibile e incorreggibile. Un insegnante insostenibile e incorreggibile. Così ho sempre preferito alunni insostenibili e incorreggibili (…)

In questi mesi di insegnamento on-line, ho riflettuto che la scuola che verrà dovrà essere altro. Non serve nessuna riforma, ripartiamo ascoltando i ragazzi. Con freschezza, la scuola deve riproporsi maestra di vita.

Alle scuole elementari (…) i  ragazzini dovranno disegnare molto.

I bambini dovranno lavorare con le mani. Bisogna che abbiano martello e chiodi. (…)

Parlavamo di cose pratiche. Le addizioni, sottrazioni e divisioni si possono imparare misurando con il metro dei muratori e falegnami, la propria stanza, l’ingresso di casa, l’altezza di mamma e papà. E, a seconda dell’anno scolastico bisogna insegnare a riordinare la casa e, crescendo, bisogna fare vedere come si cucina, come si infila un ago e si riattacca un bottone. Riattaccare un bottone a una camicia o a una giacca è un gesto che rimane sigillato tra le varie cure che usiamo per il corpo attraverso il tempo.

E siccome mai trattare un bambino come un bambino, bisogna rapportarsi alla pari.

Gli studenti della quarta e della quinta elementare non dovranno leggere Pinocchio (…) perché i giovani detestano che li si consideri tali, vogliono diventare adulti il prima possibile. Invece (-nel romando di Collodi-) il protagonista della storia è destinato a restare bambino, non cresce (anzi, nelle prime stesure del romanzo addirittura si impicca).

I libri giusti sono: Cuore e i Ragazzi della via Paal. (-Come i protagonisti di questi romanzi-), i bambini devono sapere cosa sono i “sacrifici” e i doveri”, (-scontrarsi-) in una lunga e complessa crescita esistenziale, tra studio e e strada.

La geografia e l’anatomia umana, nonché la storia, dovrebbero essere materie di profonda attenzione. Si può anche non sapere dov’è il monte Conero, ma che la Basilicata e la Lucania sono una regione sola, sì. Bisogna sapere la composizione dell’intestino nella pancia. E non scambiare di posto il fegato con il cuore.

L’Atlante Geografico e la cartina autostradale dovrebbero essere a portata di gomito come il vocabolario della Lingua Italiana. E sapere bene il perché l’italia non si è Unita subito in Repubblica. E Mazzini chi è.

Alle scuole medie superiori superiori bisogna intendersi che la letteratura italiana nasce con la poesia. Ricordo che davo ogni anno da imparare a memoria sei o sette Canti dell’Inferno…(con gli “incorreggibili”) dovevo montare in cattedra e scandire le parole: “Se voi imparate a memoria un Canto solo vi metto 10. E 10 a Storia. Così anche con una valanga di 3 nelle altre materie io non vi farò bocciare.

Ovviamente più La pioggia nel Pineto di D’Annunzio: che resta il canto della natura che si trapianta alla donna e all’uomo in una bellezza che fabbrica sogni.

Informo che un testo imprescindibile è I Promessi Sposi. Manzoni è la lingua italiana. Uno scrittore da sei sette stili diversi.

Da ultimo, la scuola che verrà, dovrà puntare sul Purgatorio dantesco. Basta la ferocia pur comandata da Dio dell’Inferno; e basta pure la purezza aristotelica del Paradiso.

Serve il Purgatorio. Insegna la pazienza, la solitudine, il perdono, la concentrazione, l’armonia dei colori mielosi della Primavera del Creato sotto un cielo zaffiro.”