“Ah, sei logopedista? Soffro di alluce valgo, che dovrei fare?” ; “perché serve una laurea per essere logopedisti?”
Scagli la prima pietra quel logopedista che, come me, non si è mai sentito rivolgere domande simili nel corso della sua carriera!
Proviamo a fare chiarezza, una volta per tutte. Che cos’è la logopedia?
Già nel nome, è racchiusa la magnifica complessità di questa professione. In greco λόγος, (lògos), non significa solo “parola”, ma abbraccia sfumature di significato più ampie; il lògos è pensiero, è la razionalità, la capacità di pensiero logico che appartiene al solo essere umano.
παιδέια (paidèia),ugualmente, non rappresenta solo “l’insegnamento, l’educazione” scolastico\accademica delle persone, ma anche il loro sviluppo emotivo, spirituale, etico. Nella Grecia del V secolo a.C. (quella di Socrate, per capirci), la paidèia aveva come scopo quello di educare le persone ad essere dei cittadini ideali, guidando il loro inserimento nella società.
Il ruolo del logopedista, quindi, non è semplicemente quello di “insegnare a parlare”, ma di plasmare, tramite la plasticità cerebrale, nuovi circuiti neuronali capaci di sviluppare il Logos, con tutte le accezioni di significato di cui abbiamo parlato poco fa. Educare il pensiero.
Detto ciò, proviamo ad essere ancora più specifici.
- ll LOGOPEDISTA è il professionista sanitario che svolge la propria attività nella prevenzione e nel trattamento riabilitativo dei disturbi del linguaggio, della comunicazione, delle funzioni orali e della deglutizione in età evolutiva, adulta e geriatrica ( in base alle competenza acquisite, copriamo tutte le età della vita di una persona)
- L’esercizio della professione di Logopedista è regolamentato dalle leggi dello Stato ed è vincolato all’acquisizione della Laurea in Logopedia (triennale) la cui prova finale ha valore di Esame di Stato, e all’iscrizione all’albo della professione sanitaria di logopedista (Legge 3/2018, ordine TSRM).
- Il logopedista è tenuto al rispetto del Codice Deontologico APPROVATO DALLA F.L.I. IL 13.2.1999 E MODIFICATO IN DATA 13.11.2012 (link a fondo pagina per chi volesse approfondire)
Cosa fa un logopedista?
- valutazione, bilancio e stesura di un programma riabilitativo di interesse logopedico, da solo o in equipe multidisciplinare.
- Implementazione del programma riabilitativo\ protocolli logopedici
- Counseling
- Ricerca scientifica
- Formazione
Quali sono gli ambiti di interesse?
In età evolutiva:
- Ritardo del linguaggio
- Disturbo della comunicazione e del linguaggio
- Disabilità cognitive
- Sindromi genetiche
- Disturbo dello spettro autistico
- Disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)
- Disturbo di sviluppo della coordinazione motoria (Disprassia Evolutiva)
- Deglutizioni disfunzionali (Terapia Miofunzionale)
- Sordità
- Disfagia
- Paralisi Cerebrali Infantili
In età adulta/geriatrica
- Esiti da ictus\trauma cranio-encefalico\ deterioramento cognitivo (afasia, disartria, disprassia, disturbi delle funzioni esecutive, attenzione, memoria)
- Disfagia
- Parkinson
- Disfonia
- Deficit uditivi
Inoltre, come prevede l’Art. 6 del Codice Deontologico, “il Logopedista è
tenuto a mantenere nel tempo e ad aggiornare il sapere e la competenza
professionale oltre ai livelli ottimali mediante idoneo aggiornamento nel campo
della formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la
ricerca”.
Si può intuire al termine di questo lungo elenco, che il fine ultimo del percorso di riabilitazione logopedica è quello di garantire al paziente la possibilità di comunicare, requisito indispensabile per il mantenimento di uno stato di benessere bio-psico-sociale (così l’OMS definisce il concetto di “salute”).
Come in una moderna maieutica, il logopedista si prefigge l’obiettivo di accompagnare l’individuo e la sua famiglia durante il cammino di sviluppo e\o recupero delle sue capacità comunicative, supportando le sue fragilità ed esaltandone i punti di forza, permettendogli l’espressione della sua unicità all’interno del suo ambiente sociale.
