LO SVILUPPO PSICO-LINGUSTICO NEL TERZO ANNO DI VITA!

Eccoci arrivati al post conclusivo sullo sviluppo linguistico del bambino nei primi tre anni di vita. Per saperne di più sulle tappe precedenti di sviluppo ti rimando ai post sulla fascia 0-12 e 12-24-

Come abbiamo già spiegato nei precedenti interventi, nei primi due anni di vita i tempi di acquisizione sono estremamente variabili; dai 24 mesi in poi, invece, le ricerche hanno evidenziato una riduzione della variabilità individuale e un progressivo allineamento verso dei livelli linguistici equivalenti.

Andiamo ad esaminare la tabella

ETA’ FONOLOGIA LESSICO MORFOSINTASSI
24-30 mesi La struttura articolatoria inizia ad allungarsi (bisillabe e trisillabe) Veloce ed importante espansione del vocabolario in produzione (100-500) e comprensione Frasi con struttura sintattica di 2 o 3 elementi (SoggettoVerbo\ Verbo-Oggetto\Soggetto Verbo Oggetto)   C’è ancora parziale omissione dei connettivi interfrasali e dei morfemi liberi (articoli, congiunzioni, preposizioni)
30-36 mesi Inventario fonetico quasi completo: comparsa dei suoni f,v,s,ci,gi   Articolazione delle parole più simile al target adulto Inizia a classificare, categorizzare e paragonare le parole per classi di equivalenza (semantica o somiglianza formale) Le frasi si arricchiscono di elementi morfologici   Aumentano le frasi complesse (coordinate e subordinate)  

Come potete vedere, il linguaggio dei nostri bambini intorno ai 3 anni e mezzo, dovrebbe ormai già essersi strutturato in tutti i suoi livelli, in comprensione e produzione. Da questo momento in poi, in assenza di disturbi primari o secondari del linguaggio, le sue capacità evolveranno verso un target sempre più complesso e simile al linguaggio adulto: si andranno a e rafforzare le capacità narrative, le competenze pragmatiche, la correttezza della pronuncia (gli ultimi fonemi a comparire, in ordine di tempo, sono \r\ e \z\).

Anche il suo modo di rapportarsi con se stesso e con il mondo che lo circonda sta cambiando: è più consapevole dei propri desideri e riesce ad esprimerli con le parole (“voglio-non voglio”), può apparire testardo nella volontà di provare diverse azioni contemporaneamente, le sue esplosioni di rabbia si rivolgono spesso verso un oggetto.

Il bisogno di rituali e ripetizioni stereotipate inizia a diminuire e cresce la complessità del gioco: quello simbolico (far finta di) inizia ad arricchirsi di elementi mutuati dalla realtà e da elementi immaginari, migliorano le capacità prassiche e cognitive che permettono di eseguire giochi ad incastro sempre più complessi, può mantenere più a lungo l’attenzione sul racconto di una semplice storia, soprattutto quando le parole dell’adulto sono accompagnate da un supporto visivo.

A livello grafico, compare l’intenzionalità rappresentativa e la sua immaginazione non è fissa ma fluida: lo stesso scarabocchio può rappresentare più cose contemporaneamente; inizia a disegnare cerchi, croci e figure che assomigliano ad abbozzi di casa, sole, esseri umani.

Le maggiori capacità immaginative e la sua fantasia, però, hanno anche un risvolto negativo: in questo periodo aumentano anche la paura del buio, della solitudine e sono frequenti i brutti sogni.

Anche a livello sociale, soprattutto con l’inserimento alla scuola d’infanzia, è possibile notare una certa maturazione: gli piace fare nuove amicizie ed capisce che rinunciare al suo gioco preferito per condividerlo con gli altri, può portargli l’apprezzamento dei suoi pari. Inizia a tollerare una “frustrazione” momentanea in attesa di una ricompensa (per lui maggiore) più lontana nel tempo.

Il compimento del terzo anno di età viene considerato un turning point per la decisione di intraprendere o meno un percorso di terapia logopedica (anche se abbiamo visto che una consulenza può essere richiesta anche prima).

Quali sono i segnali che, raggiunti i 36 mesi, dovrebbero convincerci a portare nostro figlio da un logopedista?

  • Produce meno di 50 parole
  • Assenza di combinazione di due o più parole
  • Frase telegrafica (una sola parola)
  • Linguaggio scarsamente intelligibile (soprattutto agli estranei)
  • Si è notata una regressione nella capacità linguistiche a comunicative fin lì acquisite

Questi elementi possono presentarsi da soli o in combinazione tra loro: alcuni bambini hanno un buon vocabolario ma scarse capacità morfosintattiche, altri presentano solo un disturbo fonetico-fonologico (nella pronuncia), altri presentano una compromissione a tutti i livelli.

Con questo post si conclude la nostra trilogia sullo sviluppo linguistico-comunicativo del bambino nei primi tre anni di vita.

Come ho specificato nei precedenti interventi, queste sono indicazioni generali, delle linee guida finalizzate a fornire al genitore un piccolo strumento per aiutarsi nell’orientamento sulla conoscenza delle tappe di sviluppo del suo bambino: non possono sostituire una valutazione individuale calibrata sul singolo bambino e la sua famiglia.

Non abbiate timore di rivolgervi ad un logopedista, anche prima dei 3 anni se necessario: un intervento precoce può aiutare a prevenire e/o risolvere disordini linguistici che, una volta strutturati, possono avere conseguenze sull’armonico sviluppo psicologico, cognitivo e sociale del bambino.