“Il ciuccio aiuta soprattutto noi mamme!”, “la mattina beve il latte solo se preso dal biberon”: ecco due delle risposte che sento più frequentemente durante la raccolta anamnestica che precede la valutazione logopedica.

E’ vero, il succhietto è un “oggetto transizionale” che consola, rassicura e aiuta il distacco dalla figura materna; è altrettanto innegabile che per fronteggiare gli attuali ritmi di vita, sia necessario ricorrere a delle “scorciatoie” che ci facciano risparmiare tempo e fatica.

Senza dimenticare che ogni famiglia ha le proprie dinamiche emotivo-relazionali che vanno sempre comprese e mai giudicate, resto fortemente convinta che i genitori debbano essere consapevoli di quelli che sono i rischi del prolungarsi di alcune abitudini.  Una famiglia adeguatamente in-formata, avrà un ventaglio decisionale più vasto e completo.

Prima di proseguire, proviamo a spiegare alcuni termini “tecnici”:

POSIZIONE DI RIPOSO DELLA LINGUA (REST POSITION): la punta sulla la papilla retroincisale (porzione di palato duro dietro gli incisivi superiori); non c’è contatto con i denti, il dorso è sul palato.

MALOCCLUSIONE: alterazione del normale rapporto che intercorre tra l’arcata superiore e quella inferiore

PALATO OGIVALE: palato dalla dimensioni ridotte sul piano trasversale

DEGLUTIZIONE FISIOLOGICA ADULTA: punta della lingua sulla papilla retroincisale, dorso sul palato duro, spinta linguale verso l’alto e posteriormente

DEGLUTIZIONE DISFUNZIONALE: punta della lingua contro gli incisivi superiori e/o inferiori, contrazione dei muscoli orbicolari delle labbra e del muscolo mentoniero, spinta linguale anteriore

CONSEGUENZE DELL’USO ECCESSIVO DI CIUCCIO, BIBERON, SUZIONE DEL DITO

  • Posizione alterata della lingua a riposo e durante la deglutizione
  • Deformazione del palato (palato ogivale)
  • Deformazione arcata dentaria e malocclusioni
  • Cattiva pronuncia dei suoni
  • Alterazioni posturali
  • Otiti e problemi uditivi

 

 

PERCHE’ AVVENGONO QUESTE ALTERAZIONI?

  1. LA BOCCA E’ UN SISTEMA COMPLESSO DI MUSCOLI E OSSA IN EQUILIBRIO TRA LORO: se applichiamo delle forze muscolari costanti non fisiologiche, con la lingua, influenzeremo l’assetto osseo

 

  1. Nell’ ALLATTAMENTO ARTIFICIALE la tettarella è di materiale più duro rispetto al capezzolo, le forze applicate al palato sono anti-fisiologiche, il movimento deglutitorio è diverso da quello naturale

  1. Ciuccio,biberon e suzione del dito impediscono alla lingua di mettersi nella sua rest-position fisiologica, limita la libertà di movimento della mandibola e della lingua, che non sperimenta differenti punti di ancoraggio necessari per produrre correttamente i fonemi

  1. Vizi orali rallentano\impediscono il passaggio ad una deglutizione di tipo adulto e aumentano il rischio di sviluppo di DEGLUTIZIONE DISFUNZIONALE

 

ULTERIORI FATTORI DI RISCHIO: LA RESPIRAZIONE ORALE

Nel caso di ostruzioni, totali o parziali, delle vie aeree superiori (dovute a riniti, asma, allergie, ipertrofia dei turbinati, infiammazione adenoidi e tonsille, deviazione del setto), il bambino potrebbe sviluppare la tendenza di respirare dalla bocca invece che dal naso.

Cosa accade se questa abitudine si protrae nel tempo?

  • L’ aria non viene scaldata e depurata, andando a stimolare l’ipertrofia tonsillare e adenoidea
  • La lingua resta bassa con conseguente scarsa stimolazione della crescita del mascellare superiore e mancata espansione palatale

  • Il mancato svuotamento nasale predispone la formazioni di riniti, sinusiti e otiti (circolo vizioso che porta a non abbandonare la respirazione orale)
  • Assenza di produzione di Ossido Nitrico, vasodilatatore polmonare prodotto nei seni paranasali

L ‘Ossido Nitrico migliora la quantità di ossigeno nel sangue e l’attività dei neurotrasmettitori cerebrali;  recenti studi confermano la sua implicazione nel potenziare l’apprendimento e la memoria. Bambini respiratori orali hanno visto migliorare le proprie prestazioni scolastiche ripristinando la respirazione nasale.

E non è finita qui: se il bambino è abituato a respirare a bocca aperta, probabilmente instaurerà uno schema deglutitorio scorretto, che a sua volta andrà a peggiorare il quadro funzionale già precedentemente alterato.

In questi casi, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio pediatra\otorinolaringoiatra per trovare il metodo più efficace nella rimozione dei fattori che impediscono la respirazione nasale.

 

LINGUA E POSTURA

Come avrete capito, la LINGUA è la grande protagonista di questa storia, proprio per la forza che può esercitare (in movimento e a riposo) sugli altri apparati con cui entra in relazione. Proprio per questo, non possiamo non citare il suo coinvolgimento nelle problematiche posturali.

A causa delle relazioni che la lingua contrae con l’OSSO IOIDE (coinvolto nelle catene posturali anteriori e posteriori), un’alterazione dei rapporti fisiologici può portare allo sviluppo della SINDROME GLOSSO POSTURALE (testa in avanti, scapole alate, cifosi dorsale e lordosi lombare aumentate, ventre gonfio).

     

QUANDO E’ NECESSARIO RIVOLGERSI AD UN LOGOPEDISTA?

Osservate attentamente vostro figlio e le sue abitudini:

  • La bocca è spesso aperta, la respirazione orale
  • Il palato è alto e stretto
  • Ci sono difficoltà di masticazione, selezione della scelta dei cibi per criterio di consistenza (pigrizia masticatoria, scelta di cibi più morbidi)
  • Presenza di malocclusione, morso aperto, affollamento dentale
  • Spinta anteriore della lingua durante la deglutizione
  • Frenulo linguale corto\lingua ingombrante
  • Cattiva pronuncia di alcuni suoni (“S” “CI” “GI” “Z”)
  • Disarmonia facciale o sindrome glosso-posturale

 

PERCHE’ RIVOLGERSI AD UN LOGOPEDISTA?

Attraverso la Terapia Mio Funzionale si potranno educare o ri-educare la deglutizione, la masticazione, la respirazione e la fonazione, già a partire dai 3 anni se il bambino è collaborante e la famiglia motivata.

Inoltre, prevenire l’instaurarsi di abitudini viziati e la precoce rieducazione, possono metterci al riparo dall’insorgenza di tutte le problematiche di cui abbiamo parlato in questo articolo, da quelle ortodontiche a quelle posturali o fonatorie, con un notevole risparmio di energie e soldi.

Nel caso in cui sia comunque necessario ricorrere all’uso di apparecchi ortodontici (come l’espansore palatale), la terapia logopedica è indispensabile per garantire il successo del trattamento stesso, eliminando i fattori di rischio che hanno contribuito all’ insorgenza della problematica.

Rimane un “solo” argomento da affrontare…cosa fare se nostro figlio non vuole saperne di abbandonare ciuccio o biberon?

Ne parliamo il prossimo mese!